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(Gli anni '90) Non dovevano finire mai

from La certezza della pena by NegativePole

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lyrics

Anche questa notte fra poco sclero,
come passa il tempo, non sembra neanche vero,
ancora mi chiedo chissà che sarà,
guardo le stelle e il cielo è come quello di 20 anni fa,
con qualche sogno in meno, qualche amico in meno
qualche sconfitta in più e un po' meno sereno,
ma ora vorrei ripartire con la panda verso l'ignoto.
destinazione certa passato remoto,
dicevamo che non saremmo cambiati mai,
sempre insieme soprattutto nei guai,
ho immagini impresse nel cuore come un tatuaggio,
ho ancora il sapore di birra che ci dava coraggio,
perché avevamo cose che volevamo dimenticare,
ma più passa il tempo e più ho bisogno di ricordare,
progetti affascinanti, sogni infranti, avrei voluto fermare gli istanti,
per portarli con me ora che siamo su strade distanti,
rivedo i pub e i posti che per noi erano importanti,
non pensavamo di diventare commedianti,
la comprensione aveva un senso, il rispetto aveva un senso,
ora mi sento un po' più solo se ci penso,
era bello c'era ancora la possibilità di sbagliare,
c'era ancora tempo per cambiare,
se andava male si poteva ricominciare,
qualcuno stava sempre ad ascoltare,
ogni giorno era diverso, ogni giorno era particolare,
il mondo da esplorare, il mondo da cambiare,
l'incertezza faceva ancora sperare,
il mondo tuttto da girare,
cose da conservare, altre da bruciare
la paura di rinunciare e di farsi sfruttare
e anche se ora mi capisci e dici che mi aiuterai,
so che quei giorni non dovevano finire mai e quei giorni non torneranno mai,
strade di notte che non dovevano finire mai,
fuoco bruciava tabacco che non doveva finire mai,
amicizie che non dovevano finire mai,
legami che non dovevano finire mai,
promesse che non dovevano finire mai,
musicassette nell'autoradio non dovevano finire mai,
concerti che non dovevano finire mai,
boccali di birra che non dovevano finire mai.
Chiudo gli occhi e mi rivedo alla stazione con lo zainetto,
sempre alla ricerca di un po'di affetto,
con il walkman, le cuffiette e rumore in mano,
la gente mi guardava in mondo strano
e mi chiedevo chissà se un giorno mi amerai
e forse speravo che quel treno non arrivasse mai,
per non avere risposte, per non dovere soffrire,
perché una fine è sempre brutta e non si può abbellire,
perché bisogna crescere, bisogna smettere di sognare,
ogni giorno lavorare, pagare per poter campare,
e in questo meccanismo non esistono più stazioni, non esiste più il viaggio,
solo una ripetitiva monotonia e ci vuole molto coraggio,
ecco come il sistema uccide le persone,
ci andiamo a suicidare nella nostra alienazione,
persi a guardare uno schermo di un telefonino,
non ci accorgiamo di chi ci chiama e abbiamo vicino,
vorrei l'entusiasmo di quando ero bambino,
felice anche solo di girovagare senza una meta per Torino,
andare alla ricerca di vinili rari
per non pensare a giorni troppo amari,
far finta di non capire che non sarebbe durata per sempre questa situazione
e che non avrei avuto sempre una giustificazione
e la mia mente comunque mai si stanca
di sognare di tornare negli anni novanta,
dicono la vita inizia a 40 anni, la vita inizia a 50 anni,
cazzate la vita vera è quella che si fa a 20 anni,
ricordi come ferite inflitte da un coltello
e non è vero che invecchiare sia così bello,
sto bussando ma so che non mi aprirai,
perché anche tu sai che quelle notti non dovevano finire mai e quei giorni non torneranno mai.
Estati che non dovevano finire mai,
sensazioni che non dovevano finire mai,
emozioni che non dovevano finire mai,
lezioni che non dovevano finire mai,
sogni che non dovevano finire mai,
amori che non dovevano finire mai,
viaggi che non dovevano finire mai
baci abbracci che non dovevano finire mai.
Apro gli occhi e mi accorgo che il tempo è passato,
ormai alla monotonia rassegnato,
è finito tutto, sembriamo tutti morti,
siamo cambiati e manco ce ne siamo accorti,
siamo diventati proprio come non volevamo diventare,
la normalità ci ha fatto integrare,
illusi che così soffriremo di meno,
far finta di perdere un altro treno,
ma quanti giorni uguali, quanti giorni sprecati,
fra tanta gente, ma in realtà abbandonati
a realizzare sogni di altri, a servire un superiore,
convinti di costruirci un futuro migliore,
ma tanto tutto si dimentica, tutto finisce,
tutto svanisce, più nulla ci unisce,
ci dicono di non essere pessimisti,
per vincere dobbiamo diventare tutti affaristi,
ma nell'angolo più nascosto del cuore e della mente,
per me non è mai cambiato niente
e aspetto sempre un miracolo, una sorpresa,
ma è solo una forma di difesa
e mentre vivo ogni giorno sempre più noioso,
dentro di me c'è il tesoro più prezioso,
oggi sono circondato da tanti efficienti bastardi
e ormai so con certezza che è troppo tardi,
corriamo senza capire che c'è qualcosa che ci impedisce
di vivere e qualcuno sempre ci tradisce
e tanto ormai so che manco mi ascolterai,
ma gli anni novanta non dovevano finire mai e quei giorni non dovevano finire mai.
Diana blu che non dovevano finire mai,
canzoni dei Ramones che non dovevano finire mai,
notti troppo brevi non dovevano finire mai,
sbronze che non dovevano finire mai,
giornate al barrrozzo che non dovevano finire mai,
tagliate da scuola che non dovevano finire mai,
brividi che non dovevano finire mai,
attese che non dovevano finire mai.

credits

from La certezza della pena, released May 17, 2017

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NegativePole Piedmont, Italy

Ho sempre ascoltato tanta musica, le mie prime autoproduzioni risalgono al 1992, erano una sorta di rap fatto senza strumentazione professionale,con una tastierina a pile, una batteria elettronica, un giradischi e il karaoke per fare le sovraincisioni su cassetta. In seguito con l'aggiunta della chitarra ho fatto anche cose punk. Con l'arrivo del pc sono arrivate anche le produzioni elettroniche. ... more

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